Leggere un libro senza aprirlo. La rivoluzione del MIT
Il MIT ha creato un sistema che permette di leggere e scannerizzare un libro senza aprirlo
Nel film “Ho sposato un’aliena” (Richard Benjamin, 1988), Kim Basinger aveva un superpotere che le permetteva di leggere un intero libro solo prendendolo in mano. L’essere umano non è ancora arrivato a una simile evoluzione, ma la tecnologia sembra dare una mano: il MIT ha infatti progettato un prototipo di super scanner che permetterebbe di leggere un libro senza nemmeno aprirlo.
In molte biblioteche - soprattutto quando si parla di volumi antichi -, la delicatezza nel maneggiare i libri è essenziale; una pressione eccessiva o il tentativo di fotocopiarle o scannerizzarle potrebbe far sbriciolare le pagine, e alcuni volumi non sono nemmeno consultabili proprio a causa della fragilità che hanno acquisito attraverso secoli passati negli scaffali. Questo impedimento crea, com’è ovvio, numerosi problemi ai ricercatori, che non hanno nessuna possibilità di studiare reperti potenzialmente rivoluzionari.
Almeno, fino ad ora.
Il MIT (Massachusetts Institute of Technology), in collaborazione con il Georgia Institute of Technology, ha creato un sistema di imaging che permette di scannerizzare e leggere le pagine di un libro senza nemmeno dover alzare la copertina. La prima prova si è svolta su un plico di fogli, ognuno con una singola lettera stampata sopra; il sistema non ha avuto alcun problema nel riconoscere correttamente i simboli sulla carta delle prime nove pagine, anche se riesce a calcolare le informazioni ricevute fino a pagina venti.
Gli istituti americani hanno creato un algoritmo in grado di acquisire le immagini dei singoli fogli, anche se impilati, di interpretarle e di ricostruirle anche se incomplete, riconoscendo quindi le singole lettere dell’alfabeto. Intervengono poi le radiazioni elettromagnetiche con frequenza di terahertz, comunemente usate nei controlli di sicurezza, che permettono al prototipo di distinguere le zone del foglio scritte, isolandole dalla pagina bianca.
Sfruttando le sacche d’aria, spesse una ventina di micrometri, presenti in alcuni punti tra una pagina e l’altra, le radiazioni rimbalzano indietro e sono catturate da un sensore. Sarà poi quest’ultimo ad assorbire le interferenze così create e a distinguere automaticamente i segnali utili per il riconoscimento del testo, estraendo ed analizzando le differenti proprietà chimiche della carta e dell’inchiostro. Un algoritmo si occupa poi di elaborare l’immagine ottenuta e ottenere una scannerizzazione chiara e senza distorsioni, almeno fino alla prima decina di pagine, come già accennato. Gli inventori non escludono che presto sarà possibile scannerizzare un libro per intero.
Secondo Barmak Heshmat, ricercatore del MIT che ha firmato la pubblicazione dello studio sulla rivista Nature Communications, “Il Metropolitan Museum di New York ha dimostrato grande interesse per questo, perché ad esempio vogliono ispezionare alcuni vecchi libri che non desiderano toccare." Questa tecnologia potrebbe diminuire drasticamente il bisogno di consultare volumi cartacei, passando del tutto (o quasi) al digitale.
Le possibilità aperte da questo prototipo non si limitano alla scannerizzazione di libri antichi, per quanto possa rappresentare un passo avanti per gli studiosi; può infatti essere utile anche per analizzare materiali in strati sottilissimi, come i rivestimenti posti sui prodotti farmaceutici. Anche a Berkeley sono entusiasti, come la professoressa Laura Waller della University of California: “Questo lavoro è uno dei primi che usa questi nuovi strumenti legati ai progressi del computational imaging per ottenere foto di cose che non potremmo mai vedere con le tecnologie ottiche. Adesso potremo giudicare i libri dalla copertina."
Per maggiori informazioni e approfondimenti, vi rimandiamo all’articolo di Repubblica in merito.
Foto di copertina: foto usata a scopo unicamente illustrativo e non limitativo, tratta da http://www.diybookscanner.org/