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L'idea fa la start-up... o forse no?

tre semplici passaggi per evitare il fallimento di una start-up

L'idea fa la start-up... o forse no?

Durante la nostra attività spesso ci capita di seguire la nascita ed il percorso di molte start-up, alcune delle quali riescono ad ottenere un riscontro di valore dal mercato altre purtroppo no. 

 

Per questa ragione ho ritenuto importante evidenziare alcuni degli aspetti che accomunano entrambi casi così che possa essere uno spunto di riflessione per giovani imprenditori desiderosi di iniziare il proprio business innovativo.

 

La prima cosa da notare e che tutte le start-up che abbiamo conosciute sono "innamorate" di un'idea, nascono da un'intuizione e crescono all'ombra di questo concetto desiderosi di poterlo trasformare in un modello di business. Purtroppo questa propulsione verso l'innovazione, a volte, offusca un po' la visione soggettiva del mercato creando delle false aspettative o illusioni che si trasformano in delusioni economiche. 

 

Un altro fattore che spesso porta ad una delusione è legato alla scarsa consapevolezza dei costi di gestione di un'impresa e di lancio di un'iniziativa. Molto spesso mi è capitato di avere a che fare con persone il cui focus principale era la produzione di una soluzione "tecnica" ad un problema con una dinamica innovativa. Purtroppo questo, nonostante sia uno degli aspetti più importanti, non è l'unico da tenere in cosiderazione poiché

"avere la formula dell'immortalità in un cassetto chiuso a chiave e non visibile a nessuno non la rende commercializzabile e quindi remunerativa".

 

Infine, un elemento di base, da tenere sempre presente è che qualuque soluzione voi desideriate offrire al mondo con la vostra start-up bisogna essere certi che il mondo sia disposto ad accoglierla, poiché, come accaduto in un caso recente, un'azienda ha prodotto una soluzione davvero unica ed innovativa per la quale il nostro gruppo ha dato un apporto significativo, ma che tuttavia non è attualmente diffondibile. In effetti la soluzione potrebbe essere davvero rivoluzionaria ma pochi di noi sarebbero disposti ad adottarla. In questo caso specifico è come se sulla parete di un grotta di un insediamento di uomini primitivi trovassimo incisa la formula per la fusione nucleare.

Questi tre punti, apparentemente molto semplici, assumono un'importanza determinante nella costruzione di una start-up di successo e per non incappare in queste problematiche la soluzione è davvero semplice. Vi cito alcune delle domande che normalmente poniamo a nuovi imprenditori che ci chiedono supporto nella realizzazione di una soluzione ad-hoc per una start-up, convinti che possano essere degli spunti per tutti:

 

1. Hai già verificato se esiste qualcosa di simile ?

Se non hai trovato nulla di paragonabile, accertati di questo estendendo la ricerca ad altri canali o aumentando l'estensione del raggio di ricerca. Solo dopo questo ulteriore approfondimento potrai sapere di avere un'idea potenzialmente di valore.

 

2. Hai già immaginanto come lanciare la tua start-up e come questo possa creare un ritorno economico?

La definizione del modello di business di una start-up è uno dei primi elementi da considerare, poiché è proprio attraverso questo che si possono identificare i propri stakeholder ed interlocutori strategici. Sulla base della definizione del modello di business, bisogna poi immaginare come propagare questa soluzione sul mercato rendendola quindi effettiva e remunerativa creando una sorta di linea guida di marketing sulla quale basare la definizione del budget necessario. 

 

3. Il bisogno che pensi di soddisfare con la tua soluzione, e che tu percepisci in prima persona, è una cosa comune? Hai già fatto un test su un campione di persone esterne che possa darti un'idea della reale percezione del bisogno e conseguente importanza attribuibile alla soluzione offerta?

Un comportamento comune per gli "startupper" è quello di pensare a proteggere la propria idea, nascondendola al mondo, più che non a verificarne il valore per gli altri. E' giusto proteggere la propria idea ma per questo ci sono strumenti e sistemi, a partire dagli NDA all'utilizzo di un campione fidato, ecc. che consentono di poter comunque validare la propria intuizione. Nascondere l'idea e la soluzione sino al termine della propria realizzazione e "provare" il lancio sul mercato per comprenderne la reazione è come durante una partita di poker, dopo la distribuzione delle carte, come prima mossa fare "ALL-IN". A volte paga, a volte no, forse non vale la pena mettere nelle mani della sola fortuna ingenti investimenti, speranze, tempo e risorse.

 

Spero che questi spunti possano essere elementi utili a riflettere sull'importanza di poter "pesare" la propria iniziativa per poterla valorizzare al meglio, noi di neosidea siamo sempre aperti a tutti gli startupper e cerchiamo di fornire loro tutte le informazioni di cui necessitano per valutare in modo consapevole la propria condizione, aiutandoli a cercare tutti gli strumenti migliori per poter amplificare l'effetto desiderato in totale trasparenza e restando sempre focalizzati sull'obiettivo. Siamo certi che il nostro lavoro possa offrire più che non solo un partner tecnologico, a partire da un confronto dinamico e costruttivo.

Desidero concludere con una riflessione:

 

"Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.

Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee"

George Bernard Shaw

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