Project Bloks: per Google la programmazione è un gioco... da bambini
Project Bloks permette di imparare la programmazione giocando
Chi l’ha detto che l’informatica non è un gioco da ragazzi? Project Bloks, di proprietà di Google, insegna ai ragazzi a programmare tramite dei mattoncini che ricordano da vicino i danesi Lego. Sul blog di Google l’iniziativa è definita in modo eloquente come “Project Bloks: Making code physical for kids”.
Il programma vuole infatti sfruttare la facilità di apprendimento dei bambini “usando le mani”, quindi stimolandola portandoli a mettere letteralmente le mani in pasta. Project Bloks è una piattaforma aperta che vuole permettere sia ai bambini sia alle persone non esperte di interfacciarsi con il mondo dell’hardware e della programmazione. Google ha sviluppato Project Bloks ritenendo che non fosse semplicemente un mezzo per insegnare ai bambini a programmare, ma anche per migliorare la loro capacità creativa e sviluppare il problem solving, attraverso il gioco e la collaborazione con i compagni.
Project Books nasce dalla collaborazione tra Google, Paulo Blikstein (Stanford University) e IDEO, con lo scopo di creare una piattaforma hardware completamente gratis che possa essere utilizzata per vivere un’esperienza di coding tangibile e reale, che possa diventare una risorsa anche per designer e ricercatori meno abituati al mondo della programmazione. Questo, per Google, contribuirà a “rimuovere le barriere tecniche” per potersi “focalizzare sull’innovazione, la sperimentazione e sulla creazione di nuovi modi per aiutare i bambini a sviluppare il pensiero computazionale”. Il tutto mira a uno sviluppo dal basso per lo sviluppo di una piattaforma comune, intervenendo insieme sulle linee guida principali del progetto.
Il pensiero computazionale si presta benissimo ad essere appreso tramite il gioco manuale, che è uno dei metodi più comuni e naturali attraverso il quale i bambini riescono ad imparare. Il progetto prende vita da alcune ricerche nel campo eseguite nel passato e dalla teoria dell’educazione, affondando le sue radici negli anni Settanta. Questo non è il primo tentativo di Google di coniugare il linguaggio informatico e l’insegnamento ai ragazzi; anni fa era infatti stato lanciato il progetto Blockly, che prevedeva istruzioni disegnate ad incastro. Il progetto, però, era unicamente virtuale, mentre Project Bloks vuole creare un’interazione con il mondo reale.
La particolarità di questo sistema è la sua completa adattabilità. Può essere totalmente customizzato e gli utenti possono sfruttarlo per giocare in diversi modi con il tangible programming. Il Project Bloks è un sistema modulare per il tangible programming basato su schede elettroniche e dischi programmabili che, una volta assemblati e collegati tra loro in diversi modi, permettono di inviare istruzioni ad alcuni device, anche attraverso il wifi o il bluetooth. Le componenti principali sono tre: la “Brain Board”, le “Base Boards” e i “Pucks”.
I Pucks sono dei dischi programmabili, che possono essere impostati per eseguire diversi comandi, ad esempio acceso/spento o “muovi a sinistra”. Le Base boards possono essere collegate tra loro e, messe a contatto con i Pucks, possono leggere le loro istruzioni attraverso un sensore. Infine, alla Brain board spetta il compito di connettere e dare la carica agli altri elementi. Legge le istruzioni delle Base boards e le invia, tramite wifi e bluetooth, ai device collegati. La combinazione dei tre elementi, che possono essere anche ricoperti da diversi materiali, può dare vita alle esperienze più diverse, che vanno dall’accensione di una lampadina alla creazione di un “music maker”.
Photo credits: Google