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Agile Marketing | Parte II

Ulteriori considerazioni sull’applicazione della metodologia agile al Marketing

Agile Marketing | Parte II

In un precedente articolo ci eravamo già occupati dell’applicazione dei principi AGILE al mondo del Marketing, presentando in particolare i vantaggi che ciò arrecherebbe all’azienda per quanto riguarda l’efficacia del reparto marketing - aumento di velocità, qualità e flessibilità - e conseguentemente dell’intera organizzazione che, grazie alla collaborazione interdipartimentale, acquisirebbe maggior trasparenza e apprezzerebbe un aumento della produttività.

 

Non avevamo fatto mistero del fatto che l’Agile Marketing, più che un affascinante optional, è sempre più spesso un’esigenza dettata da condizioni di mercato.

Abbracciare - in parte o “a tutto tondo” - l’approccio AGILE è diventato ormai per le aziende come dotarsi di un “kit di sopravvivenza” che permette loro di vincere la sfida competitiva del mercato e avere successo.

 

L’Agile Marketing è quindi la risposta ai repentini cambiamenti delle condizioni di mercato che contraddistinguono la frenetica società in cui viviamo e che rendono sempre più difficile pianificare con largo anticipo una strategia comunicativa/di marketing efficace.

Ciò che va bene oggi, infatti, domani potrebbe essere già inutile.

 

Questo particolare tipo di marketing è quindi di per sé molto mirato.

Nell’ottica agile di prontezza nella risposta al cambiamento, non inseguendolo ma addirittura cercandolo, trova sempre un modo veloce per fare il meglio possibile con le risorse a disposizione.

Strategia estremamente efficace che prende il nome di Real Time Marketing e richiede di essere sempre sul pezzo, di citare eventi reali di richiamo, per calarsi nella vita reale delle persone.

Le aziende sviluppano infatti la capacità di prendere spunto da eventi reali contemporanei e sfruttarli per promuovere, spesso con ironia e simpatia, il proprio prodotto/servizio.

 

Uno tra gli esempi più riusciti di Real Time Marketing risale al Superbowl del 2013 ed ha come protagonista Oreo, il famosissimo biscotto americano che non ha bisogno di ulteriori presentazioni.

In quell’occasione un blackout elettrico costrinse a fermare il match per oltre mezz’ora e ispirò il reparto marketing Oreo nella produzione del simpatico tweet che segue:

 

 

Il claim “puoi ancora inzupparlo al buio” era semplice e divertente, ma faceva riferimento ad un episodio in tempo reale e per di più avvenuto durante l’evento sportivo più importante dell’anno.

Il risultato, inutile dirlo, fu un successo esagerato: più di 15mila retweet e oltre 20mila like su Facebook.

 

Come possiamo facilmente intuire, però, la forza del Real Time Marketing è per certi versi anche il suo più grande limite: funziona alla perfezione per pubblicazioni immediate e virali, ma non si applica a progetti più complessi.

Come fare, quindi, per costruire campagne comunicative di più ampio respiro?

Viene qui in soccorso lo Sprint Marketing, un metodo caratterizzato da tempi più lunghi.

 

Ma davvero così lunghi?

No, con lo Sprint Marketing è infatti possibile progettare una campagna in una settimana, massimo una decina di giorni.

Il concetto di base è molto semplice: come suggerisce il nome, il lavoro è diviso in sprint (concetto proprio della metodologia agile Scrum), i quali prevedono il raggiungimento di una serie di obiettivi immediatamente visibili dal cliente.

 

Ogni giorno corrisponde ad un obiettivo specifico.

In questo modo, il team si concentra su un solo obiettivo alla volta e, al termine di uno sprint, i risultati solitamente superano gli effetti di attività di marketing che durano diversi mesi.

 

Di seguito un esempio delle varie fasi di uno sprint della durata, ad esempio, di una settimana:

 

Definire un marketing plan (obiettivi della campagna, target, format, canali di comunicazione, ecc…)

 

Raccogliere tutto il materiale, come ad esempio quello grafico, che servirà nel corso dello sprint

 

Testare ciò che della campagna si può testare (ad esempio il layout grafico) usando tool di analisi come Google Analytics

 

Inizio effettivo della campagna e azioni promozionali di contorno (discussioni divertenti con gli utenti, citazioni interessanti dai media, ecc…) per ottenere engagement

 

Analizzare l’andamento della campagna e utilizzare ciò che di buono o cattivo c’è stato come insegnamento per gli sprint successivi