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Design Sprint

Risolvere problemi complessi in 5 giorni è possibile

Design Sprint

Il Design Sprint è un processo ancora poco conosciuto in Italia.

Ideato da Jake Knapp, che da 10 anni lavora in Google e Google Ventures (il braccio di investimenti del colosso californiano), è uno dei metodi più efficaci per trovare velocemente soluzioni ai problemi complessi che spesso, ma non necessariamente, riguardano prodotti e progetti IT.

 

Quanto velocemente? Molto.

Il Design Sprint, infatti, in soli 5 giorni permette di ideare e testare nuovi prodotti o servizi attraverso una programmazione che prevede ogni giorno una fase diversa: mappare, ideare, decidere, prototipare e testare. 

 

Questo metodo è apparentemente banale, ma in realtà è forse proprio a causa della sua estrema semplicità, la quale non prescinde da un’indubbia efficacia, che si è subito rivelato uno strumento straordinario e si è diffuso rapidamente.

Lo stesso inventore è stato infatti chiamato ad istruire sul processo oltre 150 aziende, tra cui Slack, Uber, New York Times, LEGO, General Electric, Netflix ed eBay.

 

La diffusione vera e propria è avvenuta però con la pubblicazione di “Sprint”, bestseller newyorkese di Knapp, già autore di “Make Time”, volume che illustrava una tattica per ottimizzare il proprio tempo, energia e concentrazione.

 

Il vantaggio del Design Sprint è che, creando una deadline fittizia entro la quale ottenere un risultato concreto (il test del prototipo validato dagli utenti), è come se permettesse di “prevedere il futuro” poiché è possibile osservare le reazioni degli utenti senza aspettare la creazione del prodotto finale, che richiede in genere risorse in termini di tempo e denaro non indifferenti.

 

Vediamo ora più in dettaglio le 5 fasi e cioè quello che succede ogni giornata.

Innanzitutto, come se fosse una ricetta, definiamo gli ingredienti di cui abbiamo bisogno per un Design Sprint “cotto a puntino”.

In questo caso, non sono molti: quello che ci occorre è una sfida (o problema), un team di circa 7 persone e un calendario.

 

Ecco le fasi:

 

Lunedì – mappare

Definito lo spazio del problema e scelto un target specifico, si costruisce una mappa che mostra il percorso da fare per raggiungere il risultato sperato partendo dalla situazione attuale.

 

 

Martedì – ideare

Si creano, disegnandole su carta, alcune possibili soluzioni al problema. Invece di farlo tramite un brainstorming collettivo, come succede solitamente, ogni membro del team in questa fase lavora autonomamente.

 

 

Mercoledì – decidere

A questo punto si deve scegliere la soluzione migliore e quindi decidere quale tra le soluzioni proposte è quella giusta su cui puntare. La selezione avviene tramite una votazione.

 

 

Giovedì – prototipare

Si costruiscono un paio di prototipi realistici (ma spesso anche tre), i quali sono la facciata del prodotto finale. A seconda del tipo di problema che si intende risolvere, questi potranno essere testi, slides, pagine web o molto altro.

Alcuni tool consigliati per la prototipazione sono:

 

per app o siti web:

Keynote;

Marvel;

InVision;

 

per hardware:

stampante 3D;

oggetti di recupero come scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici, involucri di plastica, apparecchiature meccaniche modificate e qualsiasi cosa stimoli la creatività.

 

Talvolta può anche essere che vengano prototipati solo i materiali relativi al marketing.

 

 

Venerdì – testare

Si intervistano i clienti finali (utenti) sottoponendo loro il prototipo. In genere, lo si testa attraverso 5 interviste One-to-One nel quale ci si focalizza sulle reazioni degli utenti.

Alcune soluzioni funzionano, altre no. In ogni caso, al termine di questa fase, grazie agli spunti raccolti si hanno le idee più chiare su come procedere per la risoluzione del problema.