5 modi per ingannare i motori di ricerca
Quanto sono “intelligenti” i motori di ricerca oggi? Scopriamo insieme se è possibile ingannarli a proprio vantaggio
Agli albori del web si era soliti immaginare le pagine internet come semplici documenti, resi pubblici mediante un URL (ovvero un indirizzo internet). Col passare del tempo però la sovrabbondanza di informazioni provenienti da tutto il mondo ha fatto sì che la semplice informazione contenuta all’interno di un documento pubblicato non fosse più sufficiente alla creazione di valore per il lettore.
Oggi è più importante l’immediatezza dell’informazione e la sua reperibilità che non l’effettiva completezza. Questa è la ragione per cui il tempo di vita di una novità tecnica o di interesse generale si sia ridotto al punto di essere calcolata in giorni, o addirittura in ore.
Questo ha scatenato una corsa alla visibilità dei propri contenuti a cui, volenti o nolenti, tutti i siti internet partecipano ma, poiché la principale modalità entro cui è possibile rendere visibile/reperibile un contenuto è quella di farla indicizzare rapidamente e al meglio dai motori di ricerca, alcuni hanno cominciato a “barare” per cercare di ingannarli.
In questo articolo scopriremo alcuni dei sistemi maggiormente utilizzati per ottenere questo scopo, ma attenzione:
NON É TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA.
1 - METATAG INGANNEVOLI
Il primo sistema che veniva impiegato per indicizzare i propri contenuti cercando di eludere le regole dei motori di ricerca era quella di utilizzare per il proprio sito internet dei tag html descrittivi, non visibili dagli utenti ma solo dagli spider, che ricalcassero delle parole chiave molto ricercate, senza che queste coincidessero con l’effettivo contenuto della pagina.
Ad esempio, se il mio sito internet fosse un e-commerce di vendita di scarpe e sapessi che la maggior parte delle persone cerca un marchio specifico (nike per citarne uno a campione), potrei inserire parole chiave come nike store, nike italia, sito ufficiale nike, ecc. provando quindi a convincere il motore di ricerca che il mio store è quello ufficiale e forzandolo a dirottare parte del traffico dal sito ufficiale al mio.
2 - CONTENUTI INVISIBILI
Spesso le pagine internet sono arricchite da elementi grafici che consentono la fruizione più accattivante dei contenuti. Tra gli elementi che caratterizzano i contenuti c’è sicuramente il font (con un suo colore, un suo stile ed una sua dimensione), i colori impiegati nel sito internet ed altro ancora.
Sapendo che i motori di ricerca parserizzano (ovvero fanno la lettura del testo contenuto in una pagina) ma non lo vedono con gli occhi un essere umano, un modo per ingannarli a volte riscontrato su alcuni siti internet era quello di inserire dei contenuti ben studiati per l’indicizzazione che, essendo discordanti rispetto al messaggio della pagina, venivano nascosti agli occhi dell’utente utilizzando stili “invisibili”. Ad esempio font molto piccoli così da sembrare una cornice, colori di fondo identici ai colori del testo, ecc.
In questo modo i motori di ricerca, leggendo il contenuto presente nella pagina, avrebbero acquisito l’interezza del testo anche se nella realtà solo parte di questi contenuti era realmente fruibile dagli utenti.
3 - LINK, BACKLINK E DIRECTORY
Uno strumento attraverso cui è possibile incrementare la visibilità di un sito internet è quello della sua presenza in rete e delle referenze che questo ottiene su altri siti internet.
La logica di base consiste nel creare informazioni di interesse: queste verranno riprodotte in altri siti internet e ne verrà citata la fonte originale, la nostra. Oppure un sito web viene contestualizzato sulla base di una serie di categorie identificative del servizio/informazione fornita.
Era divenuta quindi prassi registrare il proprio sito internet nel maggior numero di posti possibili e creare degli scambi di link selvaggi tra siti differenti, spesso non correlati realmente. Ad esempio, se il mio sito internet fosse lo store di scarpe da ginnastica, potevo ritrovare dei link su portali di animali domestici, siti di cucina o altre referenze non correlate.
4 - CONTENUTI DINAMICI
Uno dei criteri con cui i motori di ricerca definisco la frequenza di visita e scansione di un sito è la variabilità dei suoi contenuti. Per questo motivo un meccanismo che ancora oggi si può trovare in alcuni siti è quello di creare una serie di contenuti a rotazione, acquisiti automaticamente da sorgenti esterne.
Un esempio molto diffuso è quello di inserire dei plugin o dei riproduttori di fonti RSS all’interno del proprio sito internet con la possibilità di far risultare la pagina in continuo aggiornamento, anche se con notizie e contenuti pubblicati da altri.
Questo approccio farebbe pensare alla possibilità di poter avere uno strumento per “obbligare” i motori di ricerca a tornare più spesso sul proprio sito, con conseguente incremento della visibilità.
5 - CLOAKING
L’ultimo metodo attraverso cui ingannare i motori di ricerca di cui vogliamo parlare in questo articolo consiste in una vera e propria “truffa” per i motori di ricerca. Ogni spider, ovvero ogni procedura di scansione dei motori di ricerca, si dichiara, il che significa che mediante alcuni escamotage tecnici è possibile comprendere se il visitatore è un utente reale o uno spider.
Questo approccio potrebbe consentire di utilizzare dei contenuti completamente differenti nella forma e nella sostanza secondo la natura della visita al nostro sito. Sempre utilizzando il nostro esempio dello store di scarpe potremmo far vedere dei modelli di scarpe realmente in vendita al prezzo corretto se è un utente reale a visitare il nostro sito internet e dei modelli di scarpe ricercatissimi ad un prezzo molto basso se ci visita uno spider di un motore di ricerca, così da essere indicizzati come siti economici per i migliori prodotti sul mercato ottenendo un vantaggio competitivo sui nostri concorrenti.
Ora che conosciamo alcuni dei sistemi più utilizzati in passato e ancora oggi per ingannare i motori di ricerca, la domanda più corretta che dobbiamo porci è: ingannare un motore di ricerca per uscire nelle prime posizioni porta ad un risultato positivo? Ci può convenire?
La risposta, sfortunatamente per tutti i furbetti della rete, è NO.
Vediamo in breve perché nessuno di questi sistemi, se utilizzati in modo “fraudolento” o “con cattive intenzioni” porta ad un risultato positivo:
1 - METATAG INGANNEVOLI
I motori di ricerca oggi sono molto sofisticati e utilizzano degli algoritmi semantici capaci di comprendere la coerenza dei contenuti di una pagina con quella delle keyword o description riportate nel codice HTML.
Se utilizziamo delle keyword o altri campi meta in modalità “furbetta” aspettiamoci quindi che i motori di ricerca reagiscano con una penalizzazione, così da proteggere la qualità dei risultati che potranno offrire ai propri utenti.
2 - CONTENUTI INVISIBILI
Come nel caso dei metatag, anche i sistemi di scannning dei motori di ricerca si sono evoluti e oggi considerano molti parametri legati all’usabilità della pagina web, tra cui la visibilità delle scritte, la dimensione dei font, ecc.
Motivo per cui inserire dei contenuti invisibili non solo produrrà come risultato che non verranno indicizzati, ma saranno di disturbo al reale valore della pagina stessa, penalizzandone l’indicizzazione.
3 - LINK, BACKLINK E DIRECTORY
Per quanto questa tecnica sia un buono spunto per cercare di dare visibilità al proprio sito internet, non bisogna assolutamente dimenticare che anche il contesto dell’informazione ha assunto un valore significativo.
I motori di ricerca non forniranno alcun punteggio positivo a tutti i link entranti od uscenti che non avranno alcuna coerenza con l'argomento trattato nel proprio sito.
4 - CONTENUTI DINAMICI
Cercare di incrementare la frequenza di aggiornamento dei motori di ricerca con un continuo aggiornamento del proprio sito internet è una tecnica che può assumere una certa validità, tuttavia è da tenere presente che i contenuti più interessanti per i motori di ricerca sono quelli originali, ovvero scritti di proprio pugno.
Riportare notizie di altri sul proprio sito internet può essere uno strumento per portare i visitatori fidelizzati a cercare in un unico posto le informazioni di proprio interesse ma, per i motori di ricerca, questo non genera nuovo interesse, tanto più se parliamo di contenuti letteralmente copiati.
5 - CLOAKING
La tecnica del cloacking è fortemente sconsigliata, in quanto i motori di ricerca a volte si presentano durante la loro scansione come visitatori reali e verificano le informazioni acquisite con quelle già immagazzinate durante le precedenti scansioni. Nel caso in cui queste differiscano in modo significativo, tanto più con finalità come quelle sopra descritte, il vostro sito internet potrà essere escluso dalle prossime scansioni e quindi perdere completamente visibilità.
Vogliamo completare questa panoramica con un’ultima domanda:
Se non posso usare queste tecniche per indicizzare il mio sito internet, allora come posso fare?
Trovate la risposta sul nostro sito internet, nella sezione “approfondimenti”, leggendo le nostre guide gratuite e i nostri articoli di approfondimento:
Essere primi su Google [articolo]
SEO | Ottimizzazione per i motori di ricerca [articolo]
10 regole per far funzionare un sito internet [guida]
SEO e Google | Linee guida per il posizionamento sul motore di ricerca [guida]