La diffusione di Agile in Italia
Cosa ostacola le aziende nell’adozione di Agile?
È ormai chiaro che adottare il mindset agile sia, in questo momento storico, una priorità per le aziende, le quali ne ricaverebbero importantissimi vantaggi riguardanti la buona riuscita dei progetti (accelerazione dello sviluppo, gestione del cambiamento, aumento della produttività, maggior attenzione alle esigenze del business, miglioramento della qualità del software) ed il benessere delle persone in essi coinvolte.
Non è quindi necessario, in questa sede, spendere ulteriori parole sull’importanza di impegnarsi al più presto in un’agile transformation, ma vogliamo invece fornire una panoramica generale sulla diffusione dell’Agile nel nostro Paese al fine di capire cosa la freni così pesantemente.
Partiamo con il seguente quesito: Quante aziende hanno adottato principi e pratiche Agile in questi ultimi anni?
Tale domanda appare molto semplice, ma in realtà nasconde alcune insidie impossibili da trascurare.
Occorre infatti prima di tutto fare una precisazione su che cosa significhi la locuzione “adottare Agile”.
È ovvio che misurare quanto si usino tool e framework come Scrum, KanBan o DevOps all’interno di un’azienda è importante e significativo, ma non è - e non può essere - l’unico elemento da considerare per parlare di adozione di Agile.
Quest’ultimo è, infatti, sì infrastruttura metodologica (Scrum in primis) ma anche principi, pratiche, persone, visione, comunicazione, mentalità e tanto altro.
Sembrerà banale specificarlo, ma l’Agile è molto più di avere dei semplici post-it appesi.
Alla luce di questo, tornando al nostro quesito di partenza, siamo obbligati a tenere a mente che i dati che seguiranno non sono sicuramente “bias-free” e vanno utilizzati con cautela, più che per trarre conclusioni approssimative, per suscitare riflessioni.
Secondo il 12° rapporto sullo stato di Agile, elaborato nel 2019 da CollabNet VersionOne su un campione di circa 1.500 manager impiegati in imprese di varie dimensioni, il 25% degli intervistati afferma che tutti (o quasi tutti) i propri team utilizzano Agile a fronte di un 8% del 2016.
Indubbiamente una crescita massiccia, ma non possiamo fare a meno di chiederci come mai, se è vero l’agile transformation è così vantaggiosa per le aziende, la percentuale non sia più alta.
Ragionevolmente, infatti, ci aspetteremmo una percentuale decisamente maggiore.
Non è così, ed il motivo è molto semplice. Come abbiamo già visto, Agile non è semplicemente una serie di regole o processi da applicare, bensì un cambiamento culturale che non tutte le imprese nel nostro Paese sono (ancora) pronte ad affrontare.
Molte aziende, infatti, devono ancora fronteggiare varie sfide, principalmente legate alla cultura, alle competenze, agli investimenti nei programmi dedicati e all’allineamento della leadership, e di conseguenza rischiano di non cogliere i vantaggi economici offerti dalle metodologie agili.
La ricerca citata mette appunto in evidenza, in coerenza con i rapporti degli ultimi anni, quanto la cultura organizzativa sia un fattore critico per il successo dell’adozione di Agile.
Le sfide più impegnative sono proprio attribuibili ai seguenti fattori:
- cultura organizzativa in contrasto con valori Agile
- resistenza al cambiamento
- supporto gestionale inadeguato
La buona notizia, però, è che questi problemi possono essere progressivamente risolti grazie all’aiuto di coach, che formino i team e li aiutino ad affrontare il cambiamento di paradigma con maggior consapevolezza.
L’Agile, d’altronde, non si improvvisa.